Originalità e innovatività

Cosa è originale? Cosa è innovativo? È possibile fare una distinzione tra i due?

Nei vecchi programmi di finanziamento, una delle domande più complesse era spiegare l’originalità e l’innovatività della propria proposta. E sempre ci si perdeva nel cercare di capire come originalità e innovatività si distinguono tra di loro.

Per fortuna la domanda non viene più posta nei nuovi template di Horizon Europe. Ma forse va le la pena cercare di capire se è possibile tracciare una linea di demarcazione tra questi due concetti.

Sono tornato recentemente a riflettere sopra a questo binomio, leggendo un romanzo, Madrigale senza suono di Andrea Tarabbia, pubblicato da Bollati e Boringhieri nel 2019.

Il romanzo ruota attorno alla figura storica di Gesualdo da Venosa, madrigalista e uno dei grandi musicisti nel passaggio tra Rinascimento e Barocco. Le vicende di Gesualdo sono narrate all’interno di una cornice più ampia che vede come protagonista un altro gigante della musica, Igor Stravinskij che, leggendo un manoscritto della dubbia autenticità, si confronta in continuazione con il suo collega di alcuni secoli precedenti.

Ed ecco il passo che ha risvegliato la mia attenzione.

In che cosa mi sento tanto affine a Gesualdo? È difficile dare una risposta: egli fu preso come un innovatore, un iconoclasta in musica, ma non lo è mai stato. È stato un originale senza dubbio, qualcuno che portò il genere del madrigale alla saturazione. Ma proprio per questo non è un innovatore, non porta il nuovo: egli si appoggia alla tradizione, ne slabbra di un poco i confini, portando allo spasimo certi cromatismi, inserendo fratture improvvise, sperimentando armonicamente. […] Fa il nuovo, per così dire, affastellando tutti gli elementi della tradizione.

Andrea Tarabbia, Madrigale senza suono (pag. 286)

Non si deve pensare che qui il personaggio Igor Stravinskij stia affermando una superiorità dell’innovatività sull’originalità. Poco sotto è lo stesso Stravinskij ad affermare che anche lui si sente vicino a Gesualdo da Venosa proprio per questo approccio alla tradizione e soprattutto che “non esiste una creazione totalmente nuova, vale a dire che non appoggi su qualcosa che è già stato fatto prima di noi”.

Se dovessi riformulare il pensiero in un’immagine penserei a un Giano bifronte. L’originalità guarda in direzione del passato: è lo scarto rispetto a ciò che ci ha preceduto (la tradizione, il sapere acquisito). L’innovatività guarda in direzione del futuro: sono le strade che si aprono in molteplici altre direzioni.

Un progetto originale è un progetto che cerca di risolvere una questione percorrendo nuove vie rispetto a quanto finora, perché i tentativi precedenti non hanno portato a risultati. Un progetto innovativo è progetto che potrebbe aprire nuove strade: nuovi ambiti di ricerca, nuove soluzioni per molti altri problemi e questioni.

Mentre l’originalità si può riconoscere e mostrare analizzando lo stato dell’arte, l’innovatività è più difficile da argomentare. È una promessa o una scommessa che, in caso di successo, sarà mantenuta a distanza di anni, e per il quale possiamo solo portare la nostra parola e pochi deboli ragionamenti.

Soprattutto, l’originalità dipende interamente da noi: noi scegliamo quale strada percorrere. Ma l’innovatività dipenderà non solo dal successo del progetto ma dal contesto in cui avverrà. Se la comunità scientifica e la società non sapranno riconoscere l’innovazione, non si apriranno nuove strade future.