Un articolo interessante sul problema (insolubile?) di rappresentare geograficamente i dati. Ma si può anche leggere come non sempre una infografica è in grado di comunicare i dati o può essere usata per mascherarli.
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Interrogativi
— È un interrogativo al quale non c’è risposta.
— Certamente. Ma il problema è proprio come lo si pone, o meglio come ci poniamo noi per affrontarlo.Theodor Fontane, Effi Briest (trad. Enrico Ganni)
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Novità in vista per la valutazione delle proposte in Horizon Europe. La Commissione europea sta pensando di testare e introdurre delle novità interessanti.
Inutile girarci attorno: la valutazione dei progetti è il momento in cui si giocano le carte, assieme alla definizione delle priorità di finanziamento. Con una differenza sostanziale: mentre nel secondo caso siamo tutti potenzialmente coinvolti attraverso i meccanismi di co-design (almeno in linea teorica), nel secondo caso non possiamo e non dobbiamo influenzare i processi di valutazione.
Per questo come vengono valutati i progetti è un tema molto sensibile.
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Il programma di finanziamento Marie Skłodowska-Curie è stato istituito nel 1996 per promuovere la carriera dei ricercatori e delle ricercatrici. Il Nobel a Emmanuelle Charpentier conferma i suoi successi
Una settimana fa, Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna hanno ricevuto il Premio Nobel per la Chimica “per lo sviluppo di un metodo per l’editing del genoma”.
Una carriera sotto il segno di Marie Curie
La professoressa Charpentier è stata borsista Marie Curie. Più recentemente, è stata supervisor nel programma di formazione per giovani ricercatori in genomica all’interno del progetto MSCA ENLIGHT-TEN ITN.
Sorprendentemente, la sua carriera è segnata dal segno di Marie Skłodowska-Curie. In effetti, ha studiato biochimica, microbiologia e genetica ed è stata assistente professore all’Università Pierre e Marie Curie.
Un programma di successo per la carriera dei ricercatori
Non è la prima volta che una ricercatrice coinvolta in un’azione Marie Curie riceve il Premio Nobel. La Commissione Europea ha elencato tutti i premi Nobel che sono stati borsisti o supervisor Marie Curie in passato.
Il programma Marie Skłodowska-Curie Actions è stato istituito nel 1996 per promuovere l’eccellenza della ricerca attraverso specifici programmi di formazione e ricerca e sostenendo la mobilità internazionale degli scienziati.
Dopo più di 20 anni possiamo aspettarci che altri ex borsisti e supervisor Marie Curie riceveranno premi prestigiosi in tutte le discipline.
Probabilmente, questa è la migliore prova della qualità del programma comunitario Marie Skłodowska-Curie e del suo impatto sulla carriera dei ricercatori e delle ricercatrici.
Non potrebbe essere altrimenti per una iniziativa intitolata a una persona che vinse due volte il Premio Nobel, in Fisica (1903) e in Chimica (1911).
Una versione in inglese di questo post è stato pubblicato sul sito del progetto INVITE, finanziato dal programma dell’Unione europea Horizon 2020 – Marie Skłodowska-Curie.
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Publish or perish
Comunicare le scoperte e registrarle è una condizione indispensabile per la scienza: publish or perish è forse una aberrazione accademica per quanto riguarda i singoli ricercatori, ma costituisce un imperativo categorico per la scienza […]
Maurizio Ferraris, Manifesto del nuovo realismo
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Scrivere per pensare
È ormai un’abitudine che le mie teorie più lucide vengano smentite il giorno dopo, diventino prova di una stupefacente combinazione di inettitudine ed entusiasmo (o disperazione). Forse, una volta scritta, la mia idea perderà forza.
Adolfo Bioy Casares, L’invenzione di Morel, trad. di Francesca Lazzarato
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Scienze sociali e umanistiche e Covid-19: una riflessione di Corbellini
https://www.scienzainrete.it/articolo/c%C3%A8-bisogno-di-scienze-sociali-ma-non-quelle-di-volta/gilberto-corbellini/2020-06-02
L’intervento di Corbellini è lodevole e pieno di spunti di riflessione. Ma serve un passo in avanti per ripensare le scienze sociali e umanistiche.
Consiglio la lettura di “C’è bisogno di scienze sociali, ma non quelle di una volta” di Gilberto Corbellini sul ruolo che le scienze sociali avrebbero potuto, dovrebbero, ma finora non hanno giocato nell’affrontare l’emergenza Covid-19.
Pur apprezzandone le intenzioni e il senso generale, non posso non notare che Corbellini muove da alcuni assunti di base non sempre condivisibili, che in qualche maniera deformano la discussione sul ruolo delle scienze sociali e umanistiche.
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Il Ministero dell’Università e della Ricerca e APRE hanno reso noti i risultati di un’indagine sull’impatto di Covid-19 sui progetti di ricerca finanziati da Horizon 2020.
Il Ministero dell’Università e della Ricerca e APRE (Agenzia per promozione della Ricerca) hanno reso noti i risultati di un’indagine condotta nelle settimane passate sull’impatto di Covid-19 sui progetti di ricerca finanziati da Horizon 2020.
L’indagine
L’indagine si è svolta tra il 10 e il 24 aprile. L’invito a partecipare all’indagine ha riguardato in totale 949 coordinatori di progetti Horizon 2020 e 141 enti ospitanti Azioni Mari Sklodowska-Curie. Di questi, circa un quarto (283) hanno risposto all’invito.
I dati raccolti sono molti (l’indagine comprendeva un set di 31 domande) e le analisi piuttosto articolate, anche per considerare situazioni specifiche: l’impatto per progetti con partenariato internazionale e l’impatto su progetti con scadenza prossima.
Per esempio, sapete quanti erano a conoscenza della clausola di forza maggiore? O quanti prevedono impatti importanti sul proprio progetto di ricerca? Non faccio spoiler, ma vi invito a leggere il report che trovate qui sotto.
Qui faccio solo alcune considerazioni sulla metodologia indagine e sua replicabilità futura.
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Fare dei finanziamenti alla ricerca parte integrante dell’Open Science
È ora di ripensare criticamente il meccanismo stesso dei finanziamenti, rivedere gli assiomi su cui si basa, correggere gli effetti indesiderati. In breve, fare del meccanismo dei finanziamenti alla ricerca parte integrante dell’Open Science.
In questi giorni sto partecipando ad un corso online su Open Science.
Provo una certa ammirazione e invidia verso chi si occupa di questi temi, a partire dal più noto, l’accesso libero (open access) ai risultati e ai dati della ricerca.
Ammiro e invidio loro la riflessione critica che sta alla base delle loro analisi e proposte: una riflessione che non dà per scontato la tradizione, ma che mette in discussione anche i concetti che sembravano più consolidati.
Anche nell’ambito dei finanziamenti alla ricerca dovremmo adottare un analogo pensiero critico.
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Il capo del personale e l’Incompiuta di Schubert
Questa storiella ci ricorda alcuni punti che vale la pena ricordare quando prepariamo un piano di lavoro e descriviamo la composizione della squadra di lavoro continua