Fare dei finanziamenti alla ricerca parte integrante dell’Open Science

È ora di ripensare criticamente il meccanismo stesso dei finanziamenti, rivedere gli assiomi su cui si basa, correggere gli effetti indesiderati. In breve, fare del meccanismo dei finanziamenti alla ricerca parte integrante dell’Open Science.

In questi giorni sto partecipando ad un corso online su Open Science.

Provo una certa ammirazione e invidia verso chi si occupa di questi temi, a partire dal più noto, l’accesso libero (open access) ai risultati e ai dati della ricerca.

Ammiro e invidio loro la riflessione critica che sta alla base delle loro analisi e proposte: una riflessione che non dà per scontato la tradizione, ma che mette in discussione anche i concetti che sembravano più consolidati.

Anche nell’ambito dei finanziamenti alla ricerca dovremmo adottare un analogo pensiero critico.

Alcuni problemi su cui riflettere

Anche nei finanziamenti abbiamo a che fare con pressioni aberranti paragonabili al publish or perish (pubblica o muori). La richiesta e l’ottenimento di finanziamenti sembra essere diventata un fine a sé stante, anziché essere funzionale a portare avanti le attività di ricerca.

Oppure pensiamo al circolo vizioso che collega finanziamenti e pubblicazioni. Chi ha pubblicato “meglio” ha maggiori possibilità di ottenere una sovvenzione, ma solo chi ha ottenuto una sovvenzione ha le risorse per fare ricerca che darà risultati pubblicabili.

Che dire poi il noto effetto San Matteo, che porta finanziamenti a chi li ha già ottenuti in passato?

E perché non mettere in discussione alcuni dogmi: che la ricerca debba sempre essere interdisciplinare; che fare arrivare i risultati al mondo economico o alla società sia compito primario dei ricercatori; che la ricerca debba sempre avere un impatto che vada al di là dell’acquisizione di nuove conoscenze.

Non sto con questo affermando che la scienza debba lavorare a compartimenti stagni, né che debba disinteressarsi e non partecipare alla creazione di benefici per la nostra economia o per la società.

Ma c’è modo e modo per farlo, ci sono limiti e potenzialità da considerare caso per caso, ci sono buone e cattive ragioni per sostenere questi valori.

I finanziamenti alla ricerca come parte integrante dell’Open science

Forse è venuto il momento di fare del meccanismo dei finanziamenti alla ricerca parte integrante dell’Open Science.

Qualcuno potrebbe sostenere che è già così. In fondo quanto si scrive una proposta, ci occupiamo di trovare il modo migliore per rendere i dati e i risultati della ricerca accessibili a tutti, di aumentare la collaborazione tra università e centri di ricerca, imprese, enti pubblici, terzo settore e i singoli cittadini.

Anzi, probabilmente l’Open Science trova nei meccanismi di finanziamenti la via principale, attualmente, per introdurre e diffondere le sue proposte. Pensiamo solo all’accesso libero agli articoli: quanto è stato fondamentale che questa politica diventasse un obbligo per chi ha ottenuto un finanziamento dell’Unione europea?

Ma qui parlo di qualcosa di più. Come ho scritto sopra, è ora di ripensare criticamente il meccanismo stesso dei finanziamenti, rivedere gli assiomi su cui si basa, correggere gli effetti indesiderati.