Tutte uguali. Tutte mediocri

E se il sostegno alla progettazione non fosse altro che una scuola di scrittura non creativa? Cosa resterebbe della specificità di ogni proposta? E dell’individualità di ciascun proponente?

Un collega, che fa il valutatore per la Commissione europea, lamenta che ormai le proposte sono tutte uguali. E tutte ugualmente mediocri.

Secondo lui dipende dal fatto che ormai molte università hanno un servizio di sostegno alla progettazione, che tende a uniformare (spesso verso il basso) i testi e le idee dietro alle proposte.

Il problema è grave perché se tutte le proposte si somigliano, diventa difficile per i valutatori scegliere. Se poi la competizione è al ribasso, la situazione peggiora.

Mi sento chiamato in causa, ovviamente, perché questo è ciò che faccio – anche se so che il collega non vuole criticare personalmente me.

Penso ai casi famosi in cui l’editor rischia di imporsi sull’autore, come Gordon Lish su Raymond Carver, modificandone lo stile. Penso anche alle decine di scuole di scrittura creativa, che molti accusano di aver appiattito la qualità letteraria negli ultimi anni.

Sto facendo anch’io la stessa cosa? E se così, cosa posso fare per evitare tutto questo?