Brexit: cosa potrebbe accadere in Horizon 2020?

Cosa cambia con la Brexit per Horizon 2020? Il Regno Unito potrà ancora partecipare ai progetti di ricerca? Alcune considerazioni guardando alle scadenze e al precedente della Svizzera.

Oggi la prima ministra Theresa May ha consegnato la lettera con la quale inizia ufficialmente la procedura di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. La lettera è stata consegnata dall’ambasciatore britannico presso la UE, Tim BarrowIl, al presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk.

Cosa cambia con la Brexit per Horizon 2020? Il Regno Unito potrà ancora partecipare ai progetti di ricerca?Sono queste le domande che tutti ci facciamo. Cercherò di tentare qualche risposta dando un occhio al percorso che porta alla Brexit e prendendo ispirazione dall’unico “precedente” paragonabile, quello della Svizzera.

Le tempistiche e le modalità

Il Consiglio Europeo ha diffuso un documento con il quale spiega nel dettaglio cosa avverrà.

Da oggi iniziano ufficialmente i negoziati. Per la parte europea il Consiglio ha incaricato la Commissione di condurre i negoziati (Union negotiator). Quest’ultima ha nominato Michel Barnier capo negoziatore (chief negotiator) e dovrà confrontarsi con la controparte britannica da qui e per i prossimi due anni.

In realtà la negoziazione partirà effettivamente fra qualche mese. Il Consiglio nella prossima riunione, fissata il 29 aprile, deve adottare le linee guida per la negoziazione. La Commissione dal canto suo presenterà al Consiglio una raccomandazione per iniziare la negoziazione e il Consiglio autorizzerà la Commissione a negoziare con il Regno Unito l’uscita dall’Unione.

Ci sono due anni da oggi per concludere le trattive tra l'Unione europea e il Regno Unito
Il percorso della Brexit secondo il Consiglio europeo (clicca per allargare l’immagine)

A partire da oggi ci sono due anni per arrivare ad una conclusione della negoziazione. Le possibili soluzioni sono tre:

Prima ipotesi: I negoziati procedono con successo e si concludono in circa 18 mesi, tra ottobre e novembre 2018. Gli accordi devono essere approvati entro febbraio 2019

  • dal Parlamento europeo (compresi i parlamentari inglese!) con maggioranza semplice,
  • dal Consiglio europeo con maggioranza qualificata forte, pari ad almeno 20 Stati membri e in rappresentanza di almeno il 65% della popolazione dell’Unione a 27;
  • dal Regno Unito secondo le sue proprie leggi.

Seconda ipotesi: se i negoziati non si concludono entro i 2 anni dall’avvio della procedura, ossia entro il 28 marzo 2019, i Trattati dell’Unione Europea cessano di avere valenza per il Regno Unito.

Terza ipotesi: il Consiglio può decidere all’unanimità di estendere il periodo di negoziato oltre i due anni, per cercare una soluzione.

Cosa accade per Horizon 2020?

I negoziati dovranno definire tutti gli aspetti dell’uscita compreso l’eventuale partecipazione del Regno Unito ai programmi di finanziamento.

Non si tratta di una scelta facile per il Regno Unito, soprattutto nel caso di Horizon 2020. Da un lato UK riceve ben più di quanto finanzi dal programma. Uscire dal programma significherebbe perdere una fetta importante di finanziamenti. Per questo e altri motivi il mondo accademico sin dall’inizio ha visto la Brexit come una sciagura.

Dall’altro lato, rimanere in Horizon 2020 richiederebbe al governo inglese di accettare il principio della libertà di movimento dei cittadini europei. Si tratta proprio uno dei motivi dei sostenitori della Brexit, cui il governo di Theresa May potrà difficilmente rinunciare.

Ma la Brexit inizia già a far sentire i suoi effetti, come mostrano le testimonianze di otto ricercatori pubblicate da Nature.

La Svizzera: l’unico precedente

L’unico caso paragonabile è quella della sospensione dell’adesione della Svizzera al programma Horizon 2020 a seguito dell’esito referendario che poteva in discussione la libera circolazione delle persone (sempre quello è il problema).

La Svizzera non è mai stato membro dell’Unione europea, ma ha sempre partecipato ai programmi quadro sin dal 1988 come Paese terzo (con fondi propri tra il 1992 e il 2003) o Associato (dal 2004). Per questa storia e per il livello di integrazione della Svizzera nello spazio europeo della ricerca, la situazione ha certamente delle analogie con quanto sta avvenendo con il Regno Unito.

Ricordiamo brevemente le tempistiche:

10/9/2013: La Svizzera approva il finanziamento per l’adesione ad Horizon 2020. Tutto è pronto per il programma che viene adottato l’11 dicembre 2013.

9/2/2014: Referendum svizzero: il popolo svizzero si oppone alla libera circolazione dei Croati in Svizzera. L’Unione europea congela le trattive per l’associazione della Svizzera a Horizon 2020 (che non era stata ancora firmata).

25/6/2014: Il governo svizzero adotta misure finanziarie per sostenre la partecipazione delle istituzioni elvetiche ai programmi finanziati in Horizon 2020.

15/9/2014: Viene approvata l’Associazione parziale della Svizzera al programma Horizon 2020 (solo per il primo pilastro, essenzialmente). L’accordo viene di fatto firmato alla fine del 2016 ma entra in vigore per le proposte in presentazione a partire dal 15 settembre.

16/12/2016: Il Parlamento svizzero vota la Legge federale sugli stranieri che ratifica il Protocollo di estensione alla Croazia dell’Accordo sulla libertà di movimento delle persone tra UE e Svizzera (l’atto era dovuto entro il 9/2/2017 pena l’uscita della Svizzera da Horizon 2020)

1/1/2017: L’Accordo di associazione ritorna ad essere operativo per tutto il programma Horizon 2020, con valore solo per i progetti i cui Grant Agreement sono stati firmati a partire da quella data (nessun effetto retroattivo sui progetti già in corso).

Quattro punti meritano di essere sottolineati:

  • la libera circolazione delle persone è un cardine irrinunciabile di Horizon 2020, tanto da mettere in discussione l’adesione al programma sia nel caso svizzero che britannico;
  • la parziale associazione al programma (una specie di soft Brexit per Horizon 2020) è solo una misura temporanea e mai definitiva;
  • l’uscita di uno Stato dal programma ha effetto immediato sulle proposte e sui progetti il cui Grant Agreement non è ancora stato firmato, ma non ha effetto retroattivo sui progetti in corso;
  • l’entrata ha effetto immediato e (talvolta retroattivo) sulle proposte e sui progetti il cui Grant Agreement non è stato firmato, ma nessun effetto sui progetti già in corso.

Ritornando al caso inglese

Partendo dall’ipotesi che il Regno Unito esca dal programma quadro per la ricerca e innovazione dell’Unione Europea, possiamo immaginare i seguenti scenari.

Nelle prime due ipotesi, l’uscita dall’UE è immediata e con effetto sugli ultimi anni di Horizon 2020, ma solo limitatamente alle proposte e ai progetti non ancora avviati. In entrambi i casi, è probabile che il Regno Unito non possa partecipare ad alcuni bandi del 2019 e a tutti quelli del 2020.

Sono eventualmente ipotizzabili soluzioni-ponte per permettere la partecipazione UK al programma o ad alcune sue parti (come avvenuto per la Svizzera) fino alla sua conclusione nel 2020. Questa opzione vale però solo se i negoziati si concludono amichevolmente (ipotesi 1), mentre è più improbabile nel caso dell’interruzione dei negoziati (ipotesi 2).

Se il Consiglio decidesse di prorogare le negoziazioni (ipotesi 3) – di per sé un segnale della volontà di trovare una soluzione onorevole per entrambe le parti – il Regno Unito potrebbe forse continuare a partecipare al programma Horizon 2020 fino alla sua naturale conclusione nel 2020.

We will not ask the British to pay a single Euro for something they have not agreed to as a member.

(Michel Barnier, chief negotiator, discorso del 22 marzo 2017)

Le parole di Michel Barnier sembrano suggerire questo: se non sarà richiesto al Regno Unito di pagare per qualcosa che non ha concordato come stato membro, forse però sarà richiesto di farlo per tutto ciò che ha convenuto quando era parte dell’Unione europea, compresi gli impegni finanziamenti verso Horizon 2020. Ma questo non si potrà ottenere escludendo il Regno Unito dalla partecipazione a pieno titolo ai progetti di ricerca.

E nel frattempo?

Come già detto in passato e come ribadito dal Consiglio europeo, fino alla conclusione delle trattative il Regno Unito resta uno Stato membro dell’Unione europea e partecipa a tutte le istituzioni (tranne il Consiglio stesso che ora è ridotto a 27 Stati) e a tutti i programmi.

Quindi, fino alla conclusione del percorso, è possibile coinvolgere università, centri di ricerca e istituzioni britanniche nei progetti: continueranno ad essere ammissibili a tutti gli effetti e a poter ricevere finanziamenti all’interno di Horizon 2020.