Starting Grant 2014: chi vince e chi perde

Un’analisi degli Starting Grant 2014 per capire chi ha vinto e chi ha perso (o per scoprire che questa domanda è più complessa) e come è andata l’Italia.

Una doppia classifica

Quando vengono pubblicati i dati dei bandi ERC, è immancabile il confronto tra le performance dei diversi Paesi sulla base di classifiche per Paesi fornite dallo European Research Council. Molto spesso ci si trova però in imbarazzo, perché le classifiche sono due: quella dei ricercatori (principal investigators, PI) e quella degli enti che ospiteranno i ricercatori vincitori e riceveranno quindi il contributo (host institutions, HI).

I ricercatori tedeschi guidano la classifica e gli italiani si posizionano al terzo posto.
Grafico 1: Progetti finanziati per nazionalità dei ricercatori nel bando ERC-StG-2014
La Germani guida anche questa classifica per enti finanziati, seguita da Regno Unito e Francia. L'Italia è a metà classifica.
Grafico 2: Progetti finanziati per Paese degli enti ospitanti (bando ERC-StG-2014)

Guardando ai dati del bando Starting Grant 2014 (vedi i Grafici 1 e 2), c’è un vincitore chiaro – la Germania – che guida sia l’una (con 68 ricercatori) che l’altra classifica (con 70 enti ospitanti), con notevole distacco rispetto ai secondi, rispettivamente la Francia con 36 ricercatori e il Regno Unito con 55 enti.

Ma a proposito di quest’ultima, come valutare la sua performance? Al secondo posto nella classifica della host institution, corrisponde un ben più magro ottavo posto dei ricercatori inglesi (13 proposte finanziate). Viceversa, guardando alle questioni di casa, l’Italia è terza per ricercatori finanziati (28), ma settima – assieme ad Austria e Danimarca – per enti finanziati (11).

Trovo più utile prendere in considerazione entrambe le classifiche contemporaneamente, come evidenziato dal grafico 3. Ovviamente il confronto è fatto solo relativamente ai Paesi dell’Unione Europea e Associati, gli unici ammissibili come sede degli enti ospitanti (ad eccezione degli organismi di ricerca di interesse europeo).

Evidente la supremazia tedesca anche in questa immagine e i casi opposti di Italia e Regno Unito.
Grafico 3: Progetti finanziati per Paese di nazionalità dei ricercatori e degli enti ospitanti (bando ERC-StG-2014).

Il grafico mostra chiaramente la posizione di leader incontrastato della Germania. Evidenzia, inoltre, i casi del Regno Unito e Italia che hanno performance di direzione opposta: la prima con forte capacità di attrazione di progetti finanziati, la seconda – all’opposto – in grado di esprimere ricercatori molto competitivi, ma non un tessuto istituzionale all’altezza. Francia, Israele e Spagna sono il “gruppo inseguitore” della Germania, usando una metafora ciclistica: mostrano una posizione equilibrata tra le due direzioni e di leadership nell’ambito dello spazio europeo della ricerca. Esiste poi il gruppo che chiude la corsa ai finanziamenti ERC.

I dati del settimo programma quadro

Ovviamente questi risultati possono essere accidentali, e non permettono giudizi sui diversi sistemi nazionali, senza aver prima cercato una conferma nella serie storica e in dati da altre fonti.

Nel caso degli Starting Grant siamo fortunati perché questa tipologia di finanziamento esisteva, con minime modifiche, già nel precedente Settimo Programma Quadro (FP7). Per la precisione fino al 2012, l’ERC prevedeva un unico bando per ricercatori più giovani (a 2-7 anni dal dottorato) e meno giovani (da 7 a 12 anni dal dottorato). Il 2013 ha visto la distinzione netta tra le due tipologie conb due bandi distinti, così come avviene ora in Horizon 2020. Tenunto conto di questo, possiamo confrontare i risultati dell’ultimo bando con quelli degli Starting Grant e Consolidator Grant nel periodo 2007-2013.

La situazione in FP7 (2007-2013): in prospettiva le cose cambiano.
Grafico 4: Progetti finanziati per Paese di nazionalità dei ricercatori e degli enti ospitanti (Starting Grant e Consolidator Grant del programma FP7-Ideas, 2007-2013).

Il confronto tra i dati relativi ai bandi Ideas di FP7 e il bando Starting Grant 2014 permette di correggere la lettura data precedentemente:

  • La leadership della Germania non è, sul lungo periodo, così indiscussa, e anzi dobbiamo ammettere che se la Germania è vincitrice nella classifica piloti (quella dei ricercatori), il Regno Unito lo è di quella costruttori (enti ospitanti). Viene da chiedersi se la Germania abbia in qualche modo goduto della non ammissibilità della Svizzera nell’ultimo bando, attirando quei ricercatori che normalmente ospitalità presso gli enti di ricerca elvetici.
  • Inoltre la Germania e l’Italia mostrano la tendenza ad una migliore competitività dei loro ricercatori rispetto a  quella dei loro enti di ricerca.
  • Viceversa, i dati confermano pienamente la capacità di attrazione del Regno Unito come sede ospitante dei progetti finanziati; in ogni caso la scarsa competitività dei ricercatori inglesi non è confermata, ed è paragonabile a quella italiana
  • Le performance di Francia, Paesi Bassi, Israele e Spagna sembrano in linea con i risultati del 2014, ma sul lungo periodo si segnalano anche il Belgio, che non ha brillato nel 2014, e la Svizzera, che nel primo bando era “fuori concorso” in quanto non aveva ancora firmato l’accordo di associazione a Horizon 2020.

Piccolo è bello

Ovviamente mettere a confronto Paesi come la Germania, Francia, Italia e Regno Unito (da un lato) e Israele o Paesi Bassi (dall’altro) trascura un elemento fondamentale: la dimensione dei Paesi. Per questo motivo è giusto anche dare un’occhiata ai dati riparametrati sulla base della popolazione di ciascuno di questi. Il confronto dà risultati inaspettati.

I paesi più piccoli hanno performance migliori in rapporto alla popolazione.
Grafico 5: Progetti finanziati ogni 10 milioni di abitanti per Paese degli enti ospitanti  (bando ERC-StG-2014).

Il grafico 5 mostra il numero di progetti finanziati ogni 10 milioni di abitanti per Paese degli enti ospitanti finanziati.

È la riscossa dei piccoli, con Israele isolato ai vertici di entrambe le classifiche, seguito dall’Irlanda. Paesi Bassi, Danimarca e Austria dimostrano una forte capacità di richiamo per i ricercatori stranieri. Le performance di Germania, Francia e Regno Unito ne risultano fortemente dimensionate e l’Italia finisce nel gruppo di coda.

Le performance italiane

Un ultimo sguardo deve essere dedicato alle performance italiane nel corso degli anni. Tenendo conto che la dotazione finanziaria dei bandi è cresciuta negli anni, il confronto dovrà riguardare non i valori assoluti, ma le percentuali di progetti (di ricercatori e di enti) italiani rispetto al totale dei progetti finanziati (grafico 6).

L'ultimo bando bando è andato male, ma non è il peggiore.
Grafico 6: Le performance italiane nei bandi Starting e Consolidator Grant dal 2007 ad oggi.

Indubbiamente, il bando 2014 non è stato particolarmente felice e ben al di sotto delle medie italiane per il periodo 2007-2014, ma nemmeno il peggior in assoluto. In particolare, rappresenta un miglioramento rispetto all’ultimo bando Starting Grant (quello del 2013).

Vedendo, al contrario, il buon risultato del Consolidator Grant 2013, viene da chiedersi se i nostri ricercatori non siano candidati più deboli (rispetto ai loro colleghi europei e non) nella loro prima fase della carriera da ricercatori. Purtroppo non possiedo dati separati tra “giovani” (Starting) e “meno giovani” (Consolidator) per i bandi 2007-2012, che riguardavano sia i ricercatori a 2-7 anni dal dottorato sia quelli a 7-12 anni dal dottorato. Forse i dati del bando Consolidator Grant 2014 – che dovrebbero essere comunicati verso la fine di gennaio – potranno aiutarci a dare una risposta.

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Nota

I dati sono stati tratti dalle statistiche fornite da ERC che accompagnavano i comunicati stampa relativi agli esisti dei singoli bandi, disponibili sul sito dello European Research Council nella pagina dei comunicati stampa. I dati non tengono conto di eventuali aggiornamenti sui progetti finanziati e che sono consultabili alla pagina delle statistiche. Si tenga presente che questi dati aggiornati non tengono conto della nazionalità dei ricercatori finanziati, ma solo dei paesi di residenza delle host institutions.

Per i dati relativi alla popolazione ho fatto riferimento ai dati di Eurostat circa la popolazione dei Paesi europei al 1° gennaio 2014. Per Israele ho utilizzato i dati comunicati dalla Banca Mondiale e fanno riferimento al 2013.