E io pago!

Cultura gratis e finanziamenti pubblici: un articolo di Shammah André Ruth.

Shammah André Ruth, direttrice del Teatro Nero Parenti (© Sipario 2010)

Segnalo un intervento apparso sul Corriere della Sera del 13 gennaio 2010, firmato da Shammah André Ruth, direttrice del Franco Parenti.

Il pezzo si sofferma sull’analisi delle conseguenze (negative) della gratuità di eventi e iniziative culturali. Mi sembra che le osservazioni fatte meritino attenzione, perché poco diffuse – se non tra operatori del settore – e in parte controcorrente.

Perché c’è questa aspettativa da parte dei cittadini? Perché si aspettano che la Cultura sia regalata? Perché non avviene lo stesso con altri prodotti e servizi resi per il pubblico o per l’ utenza?

Qui sta il punto fondamentale. Questa opinione  è diffusissima, e non solo tra il pubblico ma anche tra gli operatori. Questa differenza giustificherebbe – a detta di molti –  l’obbligo statale di assicurare un ampio accesso alla cultura rimuovendo tutti i vincoli, compreso quello rappresentato dal biglietto di ingresso, e quindi rappresenterebbe la motivazione per il finanziamento pubblico alla cultura.

Ovviamente, le cose non sono così semplici e forse sarebbe il caso di andare a rileggersi Economia e cultura. Organizzazione e finanziamento delle istituzioni culturali di Michele Trimarchi (Franco Angeli, 1ª edizione 1993).

Ritornerò su questo argomento. Qualcuno potrebbe chiedersi perché ne parli qui, in un sisto dedicato ai contributi alla cultura, al sociale e alla formazione. La risposta la dà nuovamente Shammah André Ruth:

Non crede, caro direttore, che sia inaccettabile che lo Stato e il Comune taglino i finanziamenti ai teatri per poi offrire la Cultura gratuitamente?